Suona bene il nome Petramante, come suonano bene loro, come suona bene
“CIO’ CHE A VOI SEMBRA OSCENO
A ME PARE CIELO”
il loro secondo album in uscita all’inizio del 2013 per MArteLabel con la produzione artistica e partecipazione di Paolo Benvegnù.
Il disco, nato nel giro di pochi mesi, è come una seduta di psicanalisi, per cui nessuno ha preso appuntamento e nessuno ha pagato il conto. Sul foglio dello psicanalista restano appunti passionali: lucidi nella denigrazione delle consuetudini, nella descrizione del dolore e nel racconto del sentimento.
I Petramante liberano l’ascoltatore dal pudore, dalla paura e dal senso dello scandalo comune, concentrandosi con forza sul presente.
Stavolta il loro personalissimo cantautorato si arricchisce di inaspettati echi shoegazer, e pesca tra gli episodi meno elettronici di Bjork e il Battiato de “La voce del padrone”. Anche se collocare questo lavoro in una sola categoria è difficile, oltre che riduttivo: è indie, melodico, musica d’autore, mainstream. E’ tutto questo.
Non è un vezzo questa fuga dalle definizioni, e non è nemmeno una fuga, tutt’altro: è che hanno molto da dire. E lo dicono in modo liquido i Petramante, in un disco modellato su più livelli di lettura, sia per quanto riguarda il testo che la costruzione musicale.
Questa cura nella costruzione è una delle cose a cui tiene di più Paolo Benvegnù, che prima crede nel progetto, li guida, e poi ci mette del suo, entrando in prima persona, scrivendo e suonando in questo lavoro.
Oltre a Benvegnù e al suo prezioso fonico Michele Pazzaglia, questo disco annovera altre illustrissime collaborazioni, quali Lorenzo Corti alla chitarra, Guglielmo Ridolfo Gagliano al violoncello e Laurence Cocchiara e Silvia Portarena al violino.
Per MArteLabel era già uscito nel 2009 il loro primo lavoro “E’ per mangiarti meglio”, accolto caldamente da pubblico e critica, e portato in tour tra Italia, Germania, Austria e Sudamerica, mentre il loro singolo di grande impatto “Implodo” é stato inserito nel catalogo multimediale “Io e l’altro”, uscito per Fonopoli con la supervisione artistica di Renato Zero.
Insomma, tanta esperienza sul campo per il quartetto umbro che mescola sapientemente la parte più delicata dei tre componenti maschili, con la parte più forte e viscerale dell’elemento femminile, Francesca, voce e penna dei Petramante, che ipnotizza con un appeal che possiamo ritrovare solo in poche grandi artiste internazionali.