Dance Like Shaquille O’Neal lo ha definito una scommessa facile per il 2018, all’uscita del suo primo singolo Guerra, lo scorso ottobre. È stato inserito nella classifica CBCR: gli artisti su cui puntare nel 2018 secondo Rockit; per DeerWaves è un artista che dobbiamo assolutamente tenere d’occhio e Rolling Stone, in occasione della pubblicazione del secondo singolo Frank, lo ha indicato come artista introspettivo ma convincente.
Due singoli, una live session in cui si cimenta nella cover della sigla di Ken il guerriero e nessun concerto in attivo. Gigante ha mosso dei primi passi degni del nome che porta, incuriosendo addetti ai lavori, stampa e pubblico tanto da inaugurare il tour con una data 0 al MI AMI FESTIVAL il prossimo 16 febbraio, che anticipa l’uscita del suo primo disco HIMALAYA, il 26 febbraio.
Quello di Gigante è un sound che si allontana, e non di poco, dall’immaginario sonoro della musica indipendente attuale . Nessuna emulazione o desiderio di accostarsi al filone dell’indie-pop che sta vincendo le classifiche degli ultimi anni. Un’identità precisa, anticonvenzionale per certi versi, che ha determinato una ricerca artistica che supera la classica forma strofa-ritornello. In Himalaya molti dei pezzi sono privi di ritornello.
Gigante è un mix di folk e new wave, con sfumature post punk ed elettronica. A metà tra il sound dei Beirut e l’universo di Iosonouncane, prende vita questo progetto che rivoluziona l’idea di cantautorato contemporaneo, con una veste ibrida ma misuratamente calibrata.
Il mondo immaginario di Himalaya ricorda le atmosfere delle colonne sonore di alcuni Anime, come Ken il Guerriero: una soffice malinconia, legata ad una sottile speranza, un mondo freddo distrutto dalle guerre e dai disastri atmosferici, dominato dalla legge del più forte e dallo spirito di sopravvivenza. Deserti innevati, fiumi, boschi, montagne, la necessità di unirsi in gruppo per farsi calore e andare avanti nella ricerca di qualcosa in cui credere per sopravvivere, sono questi gli elementi principali che creano il mondo onirico e allo stesso tempo reale di Gigante. Un’impronta determinante la da anche l’influenza letteraria nella scrittura dei testi, molti dei quali sono ispirati a opere di autori come Stevenson o Conrad.
Anche la scelta degli strumenti utilizzati in fase di produzione è fortemente caratterizzante: non ci sono chitarre nel disco, al centro di tutto c’è l’ukulele, strumento quasi mai utilizzato nelle produzioni indie, ma che nel sound di Gigante perde la sua classica connotazione acustica riuscendo perfettamente a mixarsi con l'utilizzo di synth, basso e batteria. Il risultato è un sound contemporaneo, dove però gli strumenti analogici riprendono centralità.